Lo spirito dell’associazione ZeroFavole APS trova origine nei principi della Costituzione Italiana e nei principi della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che si fondano sul pieno rispetto della dimensione umana, culturale e spirituale della persona.
L’associazione ZeroFavole rifiuta qualsiasi forma di discriminazione e qualsivoglia distinzione, esclusione e restrizione sulla base della disabilità che abbia lo scopo o l’effetto di pregiudicare o annullare il riconoscimento, il godimento o l’esercizio, dell’uguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali in campo politico, economico, sociale, culturale, civile e in qualsiasi altro ambito della vita.
Si propone di promuovere, proteggere e garantire il pieno ed eguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, e promuovere il rispetto per la loro intrinseca dignità.
Persegue la piena ed effettiva partecipazione ed inclusione nella società.
ZeroFavole vuole favorire nelle persone con disabilità di sviluppare e realizzare il loro potenziale creativo, artistico e intellettuale, non solo a proprio vantaggio, ma anche per l’arricchimento della società.
Pietro Messori (Fondatore e 1° Presidente Associazione ZeroFavole)
La storia
L’idea per la creazione dell’associazione ZeroFavole nasce in un preciso momento, nel giugno 2010, su un pullman in un viaggio di ritorno da Belgrado (SRB), dove il gruppo/compagnia ZeroFavole del progetto “Extra Time” (progetto per l’occupazione del tempo libero di giovani disabili del Comune di Reggio Emilia) aveva partecipato all’evento per il lancio del progetto intitolato “I cento passi delle differenze” (Ministero affari Esteri italiano/Reggio nel mondo e Ministero Politiche Sociali Serbo).
Durante questo lungo viaggio verso Reggio Emilia si è iniziato a pensare alla costituzione di un nuovo soggetto che potesse mettere in atto una progettualità finalizzata alla produzione di un teatro dell’arte con persone disabili, un teatro delle condizioni differenti.
Questa idea nacque dall’entusiasmo che questa esperienza di tre giorni aveva prodotto, un gruppo di dieci attorinon attori disabili, dei quali si temevano i limiti di tenuta psicofisica, avevano affrontato due lunghissimi viaggi, tre giorni di prove intense, una replica davanti ad un pubblico numerosissimo, nella più totale serenità e fluidità dell’accadere dei fatti. Ci trovammo ad osservare una gestione emozionale molto forte ed assolutamente inaspettata da parte dei giovani coinvolti. Questo ci fece pensare che qualche cosa di nuovo poteva e doveva essere messo in campo, sia per consolidare questo risultato che per continuare a stratificare le loro competenze, sociali, di gestione comportamentale, cognitive, da mettere al servizio delle loro esistenze e perché no per tendere alla produzione di arte teatrale.